mercoledì 27 febbraio 2008

Archivio in ordine.


Sparse in un cassetto, ammucchiate in una scatola da scarpe o stipate in un vecchio album polveroso; nei casi più drammatici, trafitte da puntine e spilli o deturpate da fermagli, graffette e scotch. Anche se sbiadite, ingiallite, danneggiate, le vecchie foto ci raccontano la nostra storia, ci parlano di noi, dei nostri amici, della nostra famiglia: sono un viaggio nel passato che ci emoziona e ci affascina. Tuttavia, all'immenso valore - non tanto economico, quanto affettivo - di questi reperti, non corrisponde quell'attenzione necessaria alla loro corretta cura e conservazione. I materiali che costituiscono le fotografie si deteriorano con facilità; il supporto cartaceo è soggetto all'attacco di funghi e muffe e l'immagine impressa sull'emulsione sensibile è destinata a scomparire, col passare del tempo. Ecco, dunque, alcuni consigli per la corretta organizzazione del vostro archivio personale. Innanzi tutto, trascrivete sul retro di ciascuna foto, con una matita morbida (non usare penne, pennarelli, macchine per scrivere) i dati necessari ad identificare il soggetto; quindi inseritele in fogli di polipropilene o poliestere e archiviatele in contenitori ad anelli, realizzati in apposito cartone "conservazione" (nei negozi specializzati). Se possedete copie particolarmente delicate o sottili, collocatele su un supporto di cartone senza acidi (acid-free) o inseritele in un passe-partout (a proposito, quando incorniciate una fotografia usate sempre un passe-partout: il suo spessore impedisce alla stampa di aderire ed appiccicarsi al vetro e le consente di dilatarsi in base alle condizioni di umidità). Se preferite raccogliere le foto in un album, questo dovrebbe essere interfogliato con carta sottile, 100% cotone. I moderni album fotografici che impiegano fogli adesivi trasparenti, per fissare le immagini, non dovrebbero essere adoperati: è preferibile utilizzare i tradizionali angolini trasparenti. Decisamente sconsigliato l'uso di colle e nastri adesivi non neutri, perché contengono Pvc ed altri plastificanti che rilasciano sostanze dannose. Non conservare le fotografie in scatole di cartone o legno; meglio un contenitore di metallo o una scatola in apposito cartone neutro. In ogni caso, eliminate graffette, puntine, elastici, scotch e qualsiasi altro oggetto potenzialmente dannoso. Stesso discorso per i negativi: riponeteli in buste di carta o poliestere, al riparo dalla luce diretta del sole. Le diapositive, inseritele negli appositi raccoglitori trasparenti, comunemente detti "plasticoni", del tipo espressamente studiato per la conservazione (cioè, esente da Pvc ed altre sostanze che, nel tempo, potrebbero alterare la stabilità dell'immagine).

mercoledì 13 febbraio 2008

Una questione di numeri


L' argomento "gestione del colore" - certamente uno tra i più ostici e difficili da comprendere - soprattutto in relazione al problema di non corrispondenza tra ciò che appare a video e la stampa finale, non è certo di quelli che si esauriscono nello spazio di un post. Un consiglio? Rilassatevi, inspirate profondamente...quindi collegatevi al sito di Mauro Boscarol - un professionista espertissimo in materia - e rimboccatevi le maniche: qui, troverete notizie, spunti ed approfondimenti preziosi su tutto ciò che riguarda il colore. Consiglio, senz'altro, di scaricare i files .pdf delle lezioni (tenute durante i suoi corsi professionali) che l'Autore mette gentilmente a disposizione sulla sua homepage.

martedì 5 febbraio 2008

Occhio ai livelli.


Una delle prime valutazioni da effettuare sull'immagine - in Photoshop - si fa osservando l'istogramma. La finestra che appare dopo aver fatto clic - nella palette Livelli, in basso - sull'icona "nuovo livello di regolazione" e, poi, su "Livelli...", mostra appunto l'istogramma relativo all'immagine che stiamo trattando: esso non è altro che la rappresentazione grafica della distribuzione della luminosità dei pixel che costituiscono l'immagine stessa. I valori scuri si trovano a sinistra, quelli chiari a destra. Ne consegue che, ad immagini particolarmente scure (o sottoesposte), corrisponderà un istogramma che mostrerà una densità di dati particolarmente concentrata nella parte sinistra del grafico; viceversa, immagini con prevalenza di tonalità chiare (o sovraesposte) restituiranno un istogramma fortemente sbilanciato a destra. Uno degli interventi più semplici (ma spesso risolutivi) da adottare in situazioni simili consiste nel rimappare i valori dell'immagine, agendo sui triangolini disposti lungo la barra orizzontale - immediatamente sotto all'istogramma - allo scopo di restituire all'immagine una gamma dinamica (e tonale) più equilibrata: si tratta di spostare - trascinandoli col mouse - i triangolini (il sinistro o il destro, o entrambi, in base alla conformazione dell'istogramma) in prossimità degli estremi dell'area del grafico rappresentato (vedi l'esempio in alto, in cui - data un'immagine fortemente sovraesposta - il cursore sinistro è stato trascinato verso destra, all'inizio dei primi dati visibili). Le modifiche apportate sono osservabili, in tempo reale, nell'immagine aperta.