mercoledì 12 novembre 2008

Formati a confronto


Nella lezione di lunedì scorso abbiamo solo accennato velocemente alle differenze tra gli obiettivi tradizionali, quelli per il formato comunemente detto 35mm (ma sarebbe più corretto chiamarlo 24x36) e quelli digitali. Sappiamo che il sensore digitale è più piccolo rispetto al classico fotogramma della pellicola (che, appunto, misura 24mm. x 36mm.) e che, di conseguenza, le case produttrici hanno dovuto - guarda caso - realizzare obiettivi dedicati, modificando la lunghezza focale: un prospetto con le misure dei sensori (non esiste uno standard, tanto per complicarsi la vita!) si può scaricare QUI. La cosa non tocca minimamente chi, avvicinandosi per la prima volta alla fotografia, acquista subito un apparecchio digitale, e non ha quindi parametri di riferimento coi "vecchi" standard: familiarizza, cioè, da subito, col formato digitale. Qualche perplessità, semmai, ce l'ha chi - abituato al formato analogico (pellicola) vede i suoi valori di riferimento decisamente stravolti, nel momento in cui decide di acquistare una fotocamera digitale. A tale scopo può aiutare la consultazione di questa tabella (scaricate il file .pdf). Per un ulteriore approfondimento sul tema, consiglio di leggere anche gli appunti di Agostino Maiello, da cui ho selezionato un piccolo estratto (.pdf)
Ci vediamo a lezione...

venerdì 31 ottobre 2008

Quale fotocamera?


Il dubbio, spesso in occasione dell'acquisto del primo apparecchio, è di quelli amletici. Mi permetto di suggerirvi alcuni semplici spunti di riflessione...e anche qualche consiglio. La domanda che bisognerebbe innanzitutto porsi é: "Cosa - prevalentemente - ho intenzione di fotografare e che utilizzo desidero fare delle immagini prodotte?" Se le esigenze si limitano ad un sommario resoconto della gita al mare o della festa di compleanno o, ancora, se non sappiamo rinunciare alla (indubbia) comodità dell'ingombro ridottissimo offerto da una fotocamera tascabile, la scelta obbligata ricade su di una "compatta", naturalmente digitale. Sempre di più, il mercato offre modelli tecnologicamente avanzatissimi: lenti di qualità, risoluzioni sempre maggiori, design accattivante...basta solo decidere la somma da investire (a partire da un centinaio di euro, in su). Se decidiamo invece di impegnarci seriamente nell'impresa; avere il pieno controllo dell'inquadratura; gestire autonomamente tempi e diaframmi; disporre di un set di obiettivi di qualità ottica ineccepibile; se, insomma, desideriamo tradurre in immagini le nostre "visioni", attraverso un processo creativo libero e consapevole, non vi sono dubbi: scegliamo un apparecchio reflex con ottiche intercambiabili. Se tradizionale o digitale, ancora una volta dipende dalle nostre personali esigenze. Vi sono molti buoni motivi per acquistare un apparecchio a pellicola: il mercato dell'usato offre una vastissima scelta di eccellenti modelli, praticamente di tutte le marche, a prezzi molto convenienti. I principianti, soprattutto, dovrebbero considerare seriamente l'acquisto di uno di questi apparecchi (magari facendosi consigliare da un amico fotografo esperto): è molto più semplice acquisire i principi fondamentali della fotografia con una reflex a pellicola, preferibilmente manuale - o con pochissima elettronica - che con una digitale (il cui manuale d'istruzioni è spesso, per molti utenti alle prime armi, un vero e proprio rompicapo). Chi ha già solide basi, invece, potrà affiancare al corredo reflex analogico (mi raccomando, non vendetelo!) quello digitale, godendo degli indubbi vantaggi che esso offre: immediatezza del risultato, grande capacità di immagazzinaggio degli scatti, condivisione veloce degli stessi, ecc... In ogni caso, è importante non cadere nella trappola della pubblicità. Ricordate che non è tanto questo o quell'apparecchio a fare la differenza: una bella fotografia, che racconta una storia o descrive uno stato d'animo, che comunica emozioni - qualunque esse siano - è, prima di tutto, il frutto della sensibilità e della capacità espressiva dell'autore: il fotografo.

lunedì 15 settembre 2008

Archivio in ordine/2


Conservare e archiviare i propri scatti fotografici richiede certamente impegno, organizzazione e costanza. Ne sanno qualcosa coloro che, ritenendola un'attività secondaria - se non addirittura marginale - si guardano bene, soprattutto per pigrizia o superficialità, dal dedicarvisi con l'attenzione e lo scrupolo che questa meriterebbe. Questo vale non solo per il materiale fotografico tradizionale - di cui ho già scritto in un precedente post - ma anche per quello digitale. Chi sostiene che, con l'avvento delle nuove tecnologie, il problema può considerarsi risolto (o perlomeno molto semplificato) si sbaglia di grosso. Certo, oggi è possibile stipare enormi quantitativi di immagini sui più svariati tipi di supporti (schede, dischi rigidi, CD e DVD ecc...); questo, se da un lato rappresenta un indubbio vantaggio, dall'altro ci induce a trascurare alcune delle fasi fondamentali del corretto processo di archiviazione: la più importante è senz'altro quella della selezione, intesa come individuazione - fondata su di un attento esame tecnico/critico - delle immagini migliori (da conservare) e di quelle mal riuscite o insignificanti (da cestinare). Fate la prova: su - ipotizziamo - 50 scatti, quanti veramente valgono la pena di essere conservati? Se siete bravi, la metà; il più delle volte, un terzo; nei casi sfortunati, uno o due! Se la foto è brutta, è brutta: a che serve conservarla (se non a rallentare l'operazione di ricerca ed a stressare la ram del computer)? Scelte le foto, poi, mettetele in una cartella. E' molto più pratico tenere tutte le immagini in un solo luogo e non sparse ovunque sul computer. Questa cartella si chiamerà, necessariamente, "Immagini" e conterrà altre cartelle (sottocartelle), tante quante ne vorrete creare, suddivise per temi e/o categorie. Esempio: la cartella "Immagini" contiene 5 sottocartelle del tipo: Natura; Arte; People; Animali; Luoghi e Oggetti generici. La cartella "Animali" conterrà a sua volta le sottocartelle: "Mammiferi", "Invertebrati", "Pesci" e così via...Dedicate tutto il tempo necessario a questa prima fase di impianto dell'archivio, creando le cartelle di base necessarie secondo le proprie personali esigenze. Nel contempo, sarà opportuno spendere un paio di minuti per inserire i "tag" relativi a ciascuna immagine: si tratta di semplici parole-chiave che descrivano sinteticamente il soggetto e/o i concetti ad esso associati e che permettono, quando occorre, di rintracciare rapidamente la foto che si desidera. In Photoshop è sufficiente cliccare su File> Info file...e inserire la/le parole-chiave nel relativo campo. Nel momento in cui serve trovare una data immagine, basterà ricorrere alla funzione di ricerca integrata in Bridge (o Browser File, nelle precedenti versioni): digitate la parola-chiave che vi interessa e il programma troverà in un sol colpo tutte le immagini che la contengono. Consiglio vivamente a tutti di effettuare regolari back-up della propria cartella Immagini, per esempio su un hard disk esterno, un DVD o su server online. Ricordate che gli utenti di computers si dividono in tre categorie: quelli che hanno perso i dati, quelli che li perderanno prima o poi...e quelli che fanno backup.

lunedì 25 agosto 2008

Finalmente...il buio!


La nuova camera oscura è da pochi giorni operativa. Sono solo 6 mq ma ci sono voluti mesi di duro lavoro per allestirla come si deve: dall'impianto di areazione a tenuta di luce (realizzato modificando un normale areatore), agli sgocciolatoi per le stampe, fino all'impianto idraulico, i mobili su misura...insomma, un'impresa! Ad ogni modo, da oggi siamo a disposizione di chiunque desideri realizzare stampe bianconero di qualità, magari per una mostra, oppure semplicemente per il proprio book. Soliti sconti ai clienti affezionati. Maggiori informazioni (compreso il listino prezzi 2008/2009, scaricabile in formato Pdf) le trovate qui.

giovedì 7 agosto 2008

Pellicola: consigli per l'acquisto


Nonostante il digitale imperversi sempre più, non tutti hanno abbandonato la fotografia tradizionale (quella, per intenderci, che utilizza la cara, vecchia pellicola). Soprattutto per ciò che riguarda il bianconero, il metodo tradizionale ha ancora molto da dire e una bella stampa da negativo - magari, realizzata pazientemente nella propria camera oscura - conserva ancora quel fascino e quel valore aggiunto che una copia digitale non è in grado di restituire. Tuttavia, a causa della scarsa domanda, può essere difficile reperire sul mercato le pellicole fotografiche (soprattutto il bianconero) senza doversi impegnare in una lunga ricerca. Difficilmente, il negozio sotto casa ci sarà d'aiuto. Meno male che c'è l'Internet: una sbirciata su Ebay a volte può essere risolutiva. Anche Twenga ci dà una mano cercando, per conto nostro, le offerte migliori dei negozi online: digitiamo, nell'apposito campo di ricerca, marca e modello della pellicola che ci interessa (a proposito, io uso - e consiglio - ILFORD FP4 e HP5) e il motore di ricerca seleziona le migliori offerte presenti al momento. Indicativamente, questo tipo di pellicola, in formato 35mm./36 pose, non dovrebbe superare i 4,50 euro al pezzo. E' buona norma chiedere al venditore la data di scadenza riportata sulla confezione. Ulteriori risorse: Il Fotoamatore, grande catena di negozi in Toscana (anche online) e Tuttofoto.com: ottimi prezzi e interessanti promozioni su vari articoli. Infine, l'ottimo Fotomatica: tutto – ma veramente, tutto – per gli appassionati e i professionisti del bianconero (compresi i chimici per farsi da soli sviluppi, fissaggi, ecc...).

giovedì 31 luglio 2008

A volte ritornano


Dalle ceneri della New Smaf decaduta, pare, per le politiche aziendali non molto azzeccate della propria dirigenza, poco distante dalla vecchia sede, è sorta Toscana Foto Service (Via Lucchese 18/20 Tel. 055 3436195 Fax. 055 340162/ Firenze). Me ne sono accorto l'altro ieri, per caso, quando ho scoperto che all'interno della nuova sede - certo, molto più ridimensionata e "concentrata" rispetto alla precedente - ha trovato momentanea collocazione anche il laboratorio del mio abituale fotoriparatore (DelPal) del quale avevo urgente bisogno per la revisione di un paio di flash. Da quel che ho capito, i vecchi dipendenti Smaf sono riusciti a rimettere insieme i cocci e, contemporaneamente, a salvare il proprio posto di lavoro, non so come hanno fatto...ma lo hanno fatto! Questo mi fa molto piacere, perché si tratta di persone con grande competenza ed esperienza nel settore: qualità rare, al giorno d'oggi.
Curiosando un po' in giro (alla DelPal c'era la fila!) ho notato alcuni flash, monotorcia e da studio di cui allego il catalogo (Linkstar.pdf).
Il fatto che siano prodotti ad HongKong (guarda un po'!) non sembrerebbe, in questo caso, pregiudicarne la bontà: alcuni, li considerano un'ottima - e soprattutto, economica - alternativa ai famosi e blasonati cugini d'oltremanica Bowens (sulla cui qualità, posso confermarlo, non c'è nulla da eccepire). Se qualcuno ha modo di provarli, mi farebbe piacere che poi mi scrivesse le sue impressioni.

P.s. di Novembre 2008:
Il punto vendita si è nuovamente trasferito nella vecchia (e speriamo definitiva!) sede di Via Ponte all'Asse, 2 zona Osmannoro (Fi).





martedì 20 maggio 2008

Corso di fotografia: si riparte!


Colgo l'occasione per annunciare che il prossimo Corso (base) di fotografia si terrà a Colle Val d'Elsa (Siena) presso i locali della sez. Soci COOP.
Come sempre, tratteremo - tra l'altro - di composizione, obiettivi, luce naturale e artificiale, esposizione e allestiremo un paio di set per mettere in pratica le nozioni acquisite.
Il corso è aperto a tutti (sconto per i soci Coop). Il numero dei partecipanti è limitato a 10. E' necessario possedere un apparecchio fotografico reflex tradizionale (35mm.) o digitale. Si inizia il 27 Ottobre, alle ore 21.00.
Informazioni e iscrizioni: dal 4 Ottobre, telefonando allo 055 8076411 (chi lo desidera può scaricare la locandina, da questo Link).
Ulteriori info, sul ns. sito www.studiounderground.it alla pagina Corsi e Workshop.
A presto!

lunedì 24 marzo 2008

Ancora sui Livelli...


Al fine di ottenere risultati di stampa ottimali - con Photoshop - è necessario effettuare, una volta per tutte, l'impostazione dei valori di destinazione del nero e del bianco. Per far ciò, occorre aprire la finestra di dialogo Livelli e quindi fare doppio clic sul contagocce del punto bianco: si aprirà la finestra Selettore colore. Nella scala HSB, inserire il valore 95 all'interno del campo B (accertatevi che l'opzione "Solo colori Web" sia disattivata...e che lo resti anche in seguito) e premete Ok. Doppio clic, ora, sul contagocce nero, nella finestra Livelli. Digitate 5 nel medesimo campo (B). Osservate come, di conseguenza, anche i valori nella scala RGB cambiano. Clic su Ok nella finestra Selettore colore e poi Ok in quella Livelli. Ci sarà chiesto se si desidera impostare i valori immessi come definitivi: cliccare su Sì. Questa regolazione, pur non rappresentando un parametro di riferimento fisso e/o assoluto, consente - da un lato - di mantenere una leggera tonalità anche nei punti più bianchi (chiari) della stampa e - dall'altro - di limitare la perdita di eventuali dettagli/particolari nelle aree più in ombra (scure). La configurazione, naturalmente, può essere in seguito modificata o aggiustata a seconda delle proprie esigenze, oppure ripristinata ai valori di default.

mercoledì 27 febbraio 2008

Archivio in ordine.


Sparse in un cassetto, ammucchiate in una scatola da scarpe o stipate in un vecchio album polveroso; nei casi più drammatici, trafitte da puntine e spilli o deturpate da fermagli, graffette e scotch. Anche se sbiadite, ingiallite, danneggiate, le vecchie foto ci raccontano la nostra storia, ci parlano di noi, dei nostri amici, della nostra famiglia: sono un viaggio nel passato che ci emoziona e ci affascina. Tuttavia, all'immenso valore - non tanto economico, quanto affettivo - di questi reperti, non corrisponde quell'attenzione necessaria alla loro corretta cura e conservazione. I materiali che costituiscono le fotografie si deteriorano con facilità; il supporto cartaceo è soggetto all'attacco di funghi e muffe e l'immagine impressa sull'emulsione sensibile è destinata a scomparire, col passare del tempo. Ecco, dunque, alcuni consigli per la corretta organizzazione del vostro archivio personale. Innanzi tutto, trascrivete sul retro di ciascuna foto, con una matita morbida (non usare penne, pennarelli, macchine per scrivere) i dati necessari ad identificare il soggetto; quindi inseritele in fogli di polipropilene o poliestere e archiviatele in contenitori ad anelli, realizzati in apposito cartone "conservazione" (nei negozi specializzati). Se possedete copie particolarmente delicate o sottili, collocatele su un supporto di cartone senza acidi (acid-free) o inseritele in un passe-partout (a proposito, quando incorniciate una fotografia usate sempre un passe-partout: il suo spessore impedisce alla stampa di aderire ed appiccicarsi al vetro e le consente di dilatarsi in base alle condizioni di umidità). Se preferite raccogliere le foto in un album, questo dovrebbe essere interfogliato con carta sottile, 100% cotone. I moderni album fotografici che impiegano fogli adesivi trasparenti, per fissare le immagini, non dovrebbero essere adoperati: è preferibile utilizzare i tradizionali angolini trasparenti. Decisamente sconsigliato l'uso di colle e nastri adesivi non neutri, perché contengono Pvc ed altri plastificanti che rilasciano sostanze dannose. Non conservare le fotografie in scatole di cartone o legno; meglio un contenitore di metallo o una scatola in apposito cartone neutro. In ogni caso, eliminate graffette, puntine, elastici, scotch e qualsiasi altro oggetto potenzialmente dannoso. Stesso discorso per i negativi: riponeteli in buste di carta o poliestere, al riparo dalla luce diretta del sole. Le diapositive, inseritele negli appositi raccoglitori trasparenti, comunemente detti "plasticoni", del tipo espressamente studiato per la conservazione (cioè, esente da Pvc ed altre sostanze che, nel tempo, potrebbero alterare la stabilità dell'immagine).

mercoledì 13 febbraio 2008

Una questione di numeri


L' argomento "gestione del colore" - certamente uno tra i più ostici e difficili da comprendere - soprattutto in relazione al problema di non corrispondenza tra ciò che appare a video e la stampa finale, non è certo di quelli che si esauriscono nello spazio di un post. Un consiglio? Rilassatevi, inspirate profondamente...quindi collegatevi al sito di Mauro Boscarol - un professionista espertissimo in materia - e rimboccatevi le maniche: qui, troverete notizie, spunti ed approfondimenti preziosi su tutto ciò che riguarda il colore. Consiglio, senz'altro, di scaricare i files .pdf delle lezioni (tenute durante i suoi corsi professionali) che l'Autore mette gentilmente a disposizione sulla sua homepage.

martedì 5 febbraio 2008

Occhio ai livelli.


Una delle prime valutazioni da effettuare sull'immagine - in Photoshop - si fa osservando l'istogramma. La finestra che appare dopo aver fatto clic - nella palette Livelli, in basso - sull'icona "nuovo livello di regolazione" e, poi, su "Livelli...", mostra appunto l'istogramma relativo all'immagine che stiamo trattando: esso non è altro che la rappresentazione grafica della distribuzione della luminosità dei pixel che costituiscono l'immagine stessa. I valori scuri si trovano a sinistra, quelli chiari a destra. Ne consegue che, ad immagini particolarmente scure (o sottoesposte), corrisponderà un istogramma che mostrerà una densità di dati particolarmente concentrata nella parte sinistra del grafico; viceversa, immagini con prevalenza di tonalità chiare (o sovraesposte) restituiranno un istogramma fortemente sbilanciato a destra. Uno degli interventi più semplici (ma spesso risolutivi) da adottare in situazioni simili consiste nel rimappare i valori dell'immagine, agendo sui triangolini disposti lungo la barra orizzontale - immediatamente sotto all'istogramma - allo scopo di restituire all'immagine una gamma dinamica (e tonale) più equilibrata: si tratta di spostare - trascinandoli col mouse - i triangolini (il sinistro o il destro, o entrambi, in base alla conformazione dell'istogramma) in prossimità degli estremi dell'area del grafico rappresentato (vedi l'esempio in alto, in cui - data un'immagine fortemente sovraesposta - il cursore sinistro è stato trascinato verso destra, all'inizio dei primi dati visibili). Le modifiche apportate sono osservabili, in tempo reale, nell'immagine aperta.