lunedì 19 novembre 2007

Liscia o gassata?



...ovvero, naturale o artificiale? Premesso che quella naturale è - fotograficamente parlando - la miglior luce in assoluto, non significa che si debba (si possa) far esclusivamente affidamento su di essa. Disporre di un set di luci artificiali, vuol dire, infatti, aver la possibilità di lavorare con tutta calma; disporre a piacimento i punti luce; inserire uno sfondo, piuttosto che un altro; aumentare, diminuire, diffondere o riflettere la luce... insomma: liberare la propria creatività, curare la scena nei minimi dettagli e scattare solo quando si è soddisfatti. Allestire un set base (come dimostro sempre nei miei corsi) non è così complicato come si crede. Per cominciare saranno sufficienti 2-3 lampade, avvitate su robusti portafaretti muniti di pinza (ideali quelli specifici per fotografia, come le Photoflood Ianiro) un paio di pannelli di polistirolo di 1m. di lato (da utilizzare come schermi riflettenti), alcuni lenzuoli (uno nero e uno bianco, per esempio, da alternare come sfondi) e un paio di cavalletti stativi (date un'occhiata su Ebay). Ah!...per le lampade, la scelta è obbligatoria: Philips PHOTOLITA Type PF 207 E/21 (250 W), oppure - meglio - Type PF 318 (500 W) o le equivalenti Dr. Fisher (vi avverto, non sono semplicissime da trovare!): se scattate con pellicola a colori vi garantiranno una buona riproduzione cromatica, eliminando la dominante arancione, tipica delle immagini riprese in luce artificiale: l'unica accortezza sarà, però, quella di usare la speciale pellicola diapositiva Kodak EPY 64 ISO, appositamente tarata per la luce al tungsteno (3200 kelvin). Se scattate in B/N, ovviamente, il problema delle dominanti è irrilevante. 
In digitale, invece, sarà sufficiente impostare il corretto bilanciamento del bianco ("incandescente" o "tungsteno" nel relativo menù), e il gioco è fatto.
Se si dispone di un budget più consistente, si può prendere in considerazione l'acquisto di una o due lampade fluorescenti, o a LED, del tipo specifico per fotografia, come quelle prodotte da Lupo. A me personalmente non entusiasmano: sono un po' "fredde"; le vedo più adatte a uno studio televisivo.
I professionisti, invece, utilizzano torce flash collegate a potenti generatori , piuttosto ingombranti, ma assai potenti e flessibili, e dotati di una gamma infinita di accessori per modulare la luce a piacimento. 
Esistono anche flash elettronici di tipo portatile, i cosiddetti monotorcia, spesso acquistabili in kit di dimensioni contenute, all'occorrenza trasportabili in una comoda valigia. Chi vuol saperne di più, legga quest'altro post.